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Tunisia - agosto 2012: Da tunisi al grand sud


marcoh
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Dopo il viaggio in Grecia verso le lontane isole di Fourni e Ikaria, io, la mia ragazza e il nostro buon Px 125 quest'anno ci siamo spinti verso Sud e siamo rientrati ieri.

Nonostante tutti ci avessero sconsigliato di girare per la Tunisia in agosto, senza tour organizzati o altri compagni, senza prenotare nulla e in questo periodo in cui (pareva) ci fossero ancora problemi di ordine pubblico, abbiamo tirato dritto.

Ne è valsa la pena: 2400 km in 15 giorni, gran caldo (temperature tra i 43 gradi di Tunisi e i 53 alle porte sel Sahara), tanta polvere, tappe tra i 120 e i 400 km (solo una volta) al giorno ma soprattutto zero problemi (a parte una caduta senza conseguenze): niente forature o guasti e Vespa che partiva ogni mattino al primo colpo di pedale.

Se a qualcuno interessassero informazioni sul viaggio, consigli o fotografie sarò felice di condividerle.

 

Marco

Modificato da marcoh
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aspettiamo le fotinne....

chi ti ha detto che ci vuole un viaggio organizzato per andare in tunisia lo ha fatto solo perché voleva vendertelo il viaggio....

è un posto tranquillo senza rischi e la gente è accogliente e gentile (ovvio i venditori di souvenir sono unaa piaga:mrgreen:)

 

foto foto

 

mi fara piacere rivedere un po di posti coosciuti durante la mia tesi di laurea :mrgreen:

 

siete passati da Gafsa?

:ciao:

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Mah, sulla gente tranquilla pensavo fosse... più tranquilla (rispetto al Marocco ad esempio). Comunque noi non abbiamo avuto nessun problema e abbiamo sempre ricevuto cordiale ospitalità quasi ovunque. Prima di partire mi ero documentato un pò e avevo visto che dopo gennaio 2011, nei mesi a seguire, la situazione si era tranquillizzata per poi incasinarsi un pò durante giugno e luglio di quest'anno. Il post Ben Alì, anche a detta delle persone con cui abbiamo a lungo chiacchierato, non è ciò che i più si aspettavano. Nel centro della Tunisia (Sidi Bouzid, Kasserine ad es.) ogni manifestazione è occasione per scontri e danni a cose e persone e a dire il vero anche noi, attraversando quelle zone non sempre abbiamo riscontrato atteggiamenti "amichevoli". Ma, ripeto, si tratta solo di quelle aree particolarmente povere rispetto al resto della Tunisia.

Si sono passato da Gafsa scendendo da Kairouan mentre mi dirigevo a Tozeur.

Gafsa non mi ha commosso ma essendo giorno di mercato è stato divertente gironzolare nel colorato casino della città.

Sarà che ad agosto non vi sono molti turisti nelle zone del Sud ma noi non abbiamo mai incontrato nessun viaggiatore "autonomo" bensì solo qualche colonna di 4x4 o bus carichi di turisti dei villaggi di Djerba o Sousse: turisti che di solito si fermano in un posto 10 minuti per fare qualche fotografia e poi ripartono veloci.

 

Presto allora condividerò qualche fotografia.

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Complimenti Marco, anche alla tua ragazza, l'area non dev'essere particolarmente facile da attraversare, ciò che non farei mai in quelle aree definite a rischio, è quello di andar solo, ma almeno in 2/3 vespe, pensando solamente ad una rottura, meccanici e/o ricambi, capisco, forse non è facile trovare compagni di viaggio, ma sarebbe importante.

Voglio sperare che almeno abbiate informato sui apposito siti, il Ministero degli Esteri del tuo programma di viaggio, cosa che dovremmo far tutti quando si decide di fare spostamenti...particolari. :applauso:

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pensando solamente ad una rottura, meccanici e/o ricambi, capisco, forse non è facile trovare compagni di viaggio, ma sarebbe importante.

:applauso:

mah questa affermazione é vera solo a metà.

non so come sia possibile, ma in africa se ti fermi anche nel posto più sperduto al mondo dopo un po appare qualcuno a curiosare.... :mah:

certo se ti fermi in mezzo al sahara é diverso, e ancora...

poi non penso che il nostro amico, in agosto, sia sceso al disotto di douze o di matmata!

a nord di questi posti la tunisia é un luogo abbastanza abitato e macchine ne passano ovunque.

sugli ulti avvenimenti, effettivamente sti pirla dopo aver votato il partito islamico, si sono nuovamente icazzati perche fanno leggi stupide... inoltre la gente sperava che una volta fato fuori ben ali (giustamente) tutto il maltolto fosse redistribuito alla popolazione rendendoli 'ricchi' :crazy:, ovvio che questo non avverrà mai e che in regioni che già erano depresse prima della rivoluzione, la cancellazione di almeno 2 stagioni turistiche (sola fonte di guadagno), siano drammatiche!

penso e spero per loro che la situazione si stabilizzi e che riescano a trovare dei buoni compormessi con i pirla che loro stessi hanno messo al governo!

 

io ero stato in tunisia x 3/4 mesi per la tesi di laurea e l'avevo girata tutta in lungo e largo, subito dopo l'attacco all'afganistan 2001... non ho mai avuto problemi e anche se la gente era incazzata é sempre stata gentilissima, cordiale e quando necessario, di grande aiuto!

aspetto le foto!

ciao

gian

PS Gafsa é una città orribile rispetto alle belle medine del sud o ai villaggi di montagna (tamerza ecc...), ma ho lasciato li tanti amici....

:ciao:

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Tunisia 2012 - il viaggio

 

 

Giovedì 16: uscitodal lavoro verso le 3 del pomeriggio,alle 4 e mezza eravamo sulla statale verso Cremona con i nostri zaini caricatisulla Vespa: ci siamo fermati al tramonto da amici in Val Trebbia per la notte (aMarsaglia).

 

Venerdì 17: partenza all’alba verso Genova dove ci aspettail gigantesco traghetto per Tunisi. Aspetta noi e altri 3000 tunisini chetornano in patria per le vacanze estive carichi di svariati oggetti. Purtroppo,visti i costi e il nostro budget (relativamente ridotto) non abbiamo preso lacabina e dormiremo sulle poltrone in una sala un po’ puzzolente (ma dopo 5minuti ci si abitua). La nave partiràcon 3 ore di ritardo a causa delle disordinate e certamente non banali operazioni di carico. Dal parapetto dell’ultimoponte sullo specchio di poppa si avvicendano scene pittoresche: auto chearrivano a spinta, furgoni con ruota forata e svariati nuclei di famigliecarichi di frigo portatili, vettovaglie e coperte per la notte. Il clima èpiacevole e tutti sembrano felici di tornare nella loro terra (il giornoseguente è l’ultimo del ramadan, a seguire ci sono almeno altri due giorni difesta: l’EID)

Sabato 18: il traghetto giunge a Tunisi di primo mattino:per non perderci nella caotica capitale abbiamo prenotato una camera in unacasa (tipo b&b) e da qui in poi niente prenotazioni. I primi km a Tunisisono un po’ difficili: il traffico è molto caotico, i sensi unici vengonoignorati (un grosso fuoristrada in tangenziale quasi ci sfiora mentre sfreccianella corsia di destra in contromano). Sistemata la vespa nel giardinetto della casa che ci ospiterà stanotteandiamo verso il centro: c’è molto disordine e sporco ovunque ma ci dicono chein questi giorni è normale a causa del ripetersi di manifestazioni anche moltoaccese. Dopo un giretto nella medina torniamo in camera: domani si parte versoSud. Abbiamo cambiato l’itinerario in loco dopo aver ascoltato i preziosiconsigli di Mohammed (proprietario della casa che ci ospita): anziché dirigerciverso Le Kef e quindi a sud verso Kasserine (strada vicina al confine conl’Algeria) andremo verso Kairouan. Il consiglio è motivato da alcuni incidenti(notizie che ovviamente è impossibile avere dall’Italia) accaduti nella zona diKasserine. Niente di grave, si cambieranno strade e programmi.

 

Domenica 19: oggi, come per tutto il resto del viaggio, lasveglia è alle 6 così da essere in strada almeno per le 7 ed evitare il caldo soffocantedel pomeriggio. Di sera tanto non c’è mai gran che da fare così di solito si vàa dormire abbastanza presto. Viaggiamo sino a Kairouan passando per Hammamet: èmolto caldo, già alle dieci di mattina ci sono più di 40 gradi e qui nel Norddella Tunisia è ancora un caldo umido e un po’ noioso. Purtroppo fino adHammamet la strada è circondata da grandi cumuli di rifiuti: ad ogni uscita dipiccoli paesi c’è un’autentica distesa di pattume che giace al sole provocandoodori molto forti. Ci spiegano che praticamente da gennaio 2011 non esiste piùun servizio di raccolta rifiuti e questo è il risultato (si aggiunga anche ilmenefreghismo totale del tunisino medio che getta qualsiasi cosa ovunque: dacasa, dai finestrini dell’auto senza alcuna preoccupazione). Gli ultimi 80 kmdi strada verso Kairouan attraversano un’area affollata di piante di ulivomolto suggestiva e meno inquinata. Procediamo lentamente e sempre più curiosi. A Kairouan gironzoliamo un po’ in Vespa trasguardi non troppo amichevoli e tentativi di abbordaggio da altri motorini checi affiancano (per vendere qualcosa o chiederci se vendiamo la Vespa). Kairouansarebbe la città Santa tunisina: c’è una grande moschea davanti ad una piazza euna vivace e lurida medina. Alloggiamo in un albergo completamente desertovicino al centro e la Vespa è in cortile (costantemente sorvegliato da un guardiano). In questa città purtroppo ci sonoposti di blocco ovunque (una “S” creata con filo spinato) e guardie piuttostoannoiate e incuriosite dalla nostra Vespetta. Ogni palazzo o edificio sede diistituzioni è presidiato ed è impossibile fotografare o avvicinarsi. Sarà cosìsolo qui nel centro-Nord.

 

Lunedì 20: lungo viaggio verso Tozeur (poco più di 300 km)sfiorando Sidi Bouzid (la città ad oggi presidiata dall’esercito e in cui ènata la Primavera Araba nel gennaio 2011 quando un ragazzo si diede fuocodavanti al palazzo del governatorato) e attraversando Gafsa e Metlaoui (zonadelle miniere di fosfati): da Gafsa a Tozeur il paesaggio è improvvisamentedesertico e molto suggestivo; viaggiamo in totale solitudine a 50 all’ora perquasi due ore sotto un sole straordinario e una temperatura di 50 gradi. Lavespa galoppa sincera e senza mai accusare affaticamento. In serata potremogodere della frescura del grande palmeto dell’oasi di Tozeur (dormiremo in unalberghetto all’ingresso della palmeraie molto accogliente e pulito) e di unbellissimo tramonto sulla collina antistante la cittadina: la vista sul lagosalato di Chott El Jerid a quest’ora è davvero magnifica e fortunatamente ancheil caldo opprimente ci concede una pausa.

Martedì 21: prua verso le famose oasi di montagna (situate aNord-Ovest di Tozeur e prossime al confine con l’Algeria). La strada si snodalungo chott el Rahim e ben presto dalla foschia del mattino spuntano maestosele montagne dell’Atlas (o Atlante che dir si voglia). Ci fermiamo a Chebika, laprima oasi ma purtroppo arriviamo contemporaneamente ad un gruppo difuoristrada carichi di turisti con braccialetto: per godere di un po’ disilenzio e pace precediamo la loro partenza verso la tappa successiva e via,verso Tamerza lungo una ripida ed assolata strada ricca di tornanti. A Tamerzail campeggio è chiuso, l’albergo pure ma per fortuna un vecchio Residencial ciaccoglie in tarda mattinata: non c’è cortile per la nostra Vespa ed ilproprietario ci concede gentilmente di parcheggiarla nel suo salotto (avevo conme un telo copribucato buono sia per coprire la Vespa che per farle da tappetoin caso di incursioni domestiche come in questo caso). In seguito incontreremoun giovane ragazzo dai tratti e dalle origini berbere che riuscirà ad esaudireun nostro desiderio: un bel trekking sulle montagne che fanno da confine con l’Algeriaper poi raggiungere a piedi l’oasi di Mides. Comprate un paio di bottiglied’acqua e firmate due dichiarazioni al posto di polizia di Tamerza (bellissimoed essenziale: una scrivania, una macchina da scrivere e una tv in bianco enero) partiamo verso la salita. È necessario, a detta del ragazzo che ci haaccompagnati, firmare un’autocertificazione perché il giro passa proprionell’area di confine con l’Algeria ed e le autorità locali devono essereinformate. Meglio così. I paesaggi sono incantevoli e selvaggi e cammineremoper ore fino al tramonto passando infine per l’oasi di Mides: forse uno degliscenari più belli e intensi di tutto il viaggio. Dopo la passeggiata mangeremoottimo cous cous insieme alla famiglia di questo ragazzo in una casa semplice eaccogliente. Ci raccontano che di solito nessun turista si ferma a Tamerza inquesti mesi estivi e in particolare nessuno a bordo di una “Mobilette” (così chiamavano tutti la nostra Vespa). Ineffetti saremo soli anche nel rustico ma perfetto Residencial durante la notte.

 

Mercoledì 22: Torniamo a Tozeur dove riposeremo un po’dedicando la giornata a ciondolare attraverso la piccola e ben conservatamedina, il mercato coperto e le vie affollate, purtroppo sempre attorniati dainsistenti - fastidiosi venditori. Sonouna persona paziente e tranquilla nonché abituato da altri viaggi nel Maghreballa veemenza commerciale degli abitanti del luogo ma mai come in questoviaggio ho raggiunto il limite della pazienza e della tollerabilità. ComunqueTozeur ci è piaciuta molto ed è un buon punto d’appoggio per inoltrarsi versoil Chott o il Sud attraverso le piste senza spingersi sino a Douz.

 

Giovedì 23: viaggio a Douz attraverso Chott el Jerid conbreve deviazione su sabbia compatta e sale verso lo scheletro di un busabbandonato: colori, riflessi e paesaggio sconfinato hanno caratterizzato ilnostro lento e regolare incedere verso la porta del deserto. Douz ci accoglienel giorno di mercato (giovedì appunto)e l’attività è frenetica e caotica:vecchie Peugeot 404 cariche di pecore e capre o dromedari sguinzagliati sialternano a carretti carichi di frutta spezie e vari oggetti. Da qui pensavamodi poter andare nell’oasi di KsarGhilane attraverso la strada asfaltata che corre parallela ad un oleodotto main questo periodo dell’anno è sconsigliato, specialmente con la nostra Vespa:nei giorni scorsi il vento ha trasportato molta sabbia sulla strada e moltitratti dei 150 km che ci separano da Ksar Ghilane sono difficili da percorrere.Magari ce la si potrebbe fare ma essendo da soli e non volendo rischiare dirimanere a piedi su una strada così poco battuta decidiamo di rinunciare.Purtroppo i costi per andare con un fuoristrada sono molto elevati (si parla diminimo 200 euro a testa con una notte al campeggio nell’oasi) così ci sediamoin un bar a riflettere sul da farsi. Il gestore del bar “guarda caso” ha unamico con un pick-up 4x4 che ci offre il giro desiderato a un quarto del costoche altri ci avevano sparato e così dopo aver messo al sicuro la Vespa nelcortile di un vecchio alberghetto partiamo insieme a lui. Al tramonto saremotra magnifiche dune ad una manciata di km dall’oasi dove non restano ormai chealcune rovine di un vecchio fortino romano. Era vero, la strada in molti puntiera impraticabile in Vespa ma forse ce la si poteva fare spingendola.

Venerdì 24: conMohammed percorriamo una pista fino a Chenini (stupenda) e visitiamo qualcheKsar nella zona di Tataouine e nel pomeriggio, attraverso un’altra pista,torniamo sempre a bordo del pick-up a Douz. Il buon Mohammed al ritorno èstanco e così guido io mentre lui riposa tranquillamente alla mia destra.Domani si riparte, in Vespa però!

Sabato 25: da Douz a Matmata: viaggio entusiasmanteattraverso un paesaggio lunare ed un caldo straordinario. In mattinataincontriamo numerosi dromedari che si divertono ad attraversare la strada dicontinuo. Nei pressi di Matmata visitiamo alcune case troglodite scavate nella terra.

 

Domenica 26: Da Matmata a Djerba per un paio di giorni diriposo. Da Matmata una bellissima strada tutta curve si snoda verso Medeninepassando per un pittoresco villaggio dove vengono creati a mano dei bellissimitappeti: Toujane. Qui ci fermiamo a bere del the, a far riposare la Vespa e achiacchierare con un venditore di tappeti. Oggi fino a Medenine non incontriamonessuno per strada: ci sono solo il borbottare del nostro motore e il silenzionelle frequenti pause per ammirare il panorama. Decidiamo di andare a Djerbacon il traghettino da Jorf e non dalla strada a Sud Est: è gratuito edaffollatissimo di vecchi Motobecane carichissimi, pick-up con animali vari epersone a piedi. Nel resto della giornata gireremo per tutta l’isola: non cipiace molto, in particolare la costa a Nord Est che è fittamente eselvaggiamente edificata (villaggi,beach club, golf). Fuggiamo più a Sud, ad Aghir dove in serata troveremoospitalità in una casa che affitta 3 camere ai turisti “di passaggio”:l’attività è gestita da una signora francese e dal marito tunisino ed èeconomica, accogliente e con una piccola piscina.

 

Lunedì 27: riposo totale: ne avevamo bisogno!

Martedì 28: scopriamo l’interno dell’isola.

Mercoledì 29: lunghissimo viaggio da Djerba fino a Sousse:400 e passa km su strade molto trafficate. Entriamo a Sfax, seconda città dopoTunisi, molto industriale e decisamente caotica. Prima di arrivare a Sfaxabbiamo avuto un piccolo incidente: in prossimità dell’ennesimo posto di bloccoun grosso e vetusto camion che ci precedeva ha rotto la coppa dell’oliotoccando un dosso e ha letteralmente inondato la strada. Nemmeno il tempo pervedere questo lago d’olio che mentre attraversiamo lentamente il posto diblocco la vespa scivola: impossibile tenerla. Per fortuna si inclina sul latosinistro, verso la ruota di scorta e lo zaino posteriore che sporgelateralmente salva la pancia. Durante la scivolata il manubrio mi ha preso unacostola che purtroppo fa ancora male (solo una botta credo); per fortuna la miaragazza si è subito lasciata cadere e non si è fatta nulla. La Vespa si spegneed insieme a un gendarme la riporto in equilibrio: riparte alla prima pedalata.Tutto bene a parte la botta e qualche graffio. Arriviamo stanchi a Sousse (unaRimini tunisina) al tramonto e dopo aver pellegrinato per alcuni alberghi eostelli che però non offrivano rifugio sicuro alla nostra Vespa troviamo unasistemazione un po’ squallida sul lungo mare: la vespa è sistemata nelmagazzino dei bidoni della spazzatura dell’albergo ma almeno è sotto chiave.

Giovedì 30: altra galoppata da Sfax sino a Cap Bon (CapoAfrica). Il viaggio è piacevole e il mare lungo la penisola ad Est del golfo diTunisi è finalmente pulito. Dormiamo in un paesino sulla punta della penisola econ la vespa ancora carica ci arrampicheremo lungo una ripidissima salita finoalla punta più estrema da cui si vedono benissimo Pantelleria e l’altra sponda del grande golfo di Tunisi:Bizerte. Dopo aver chiacchierato un po’ con due militari di base alla piccolacaserma sulla montagna scendiamo verso il nostro alberghetto. Anche qui manovrerocambolesche per mettere la Vespa al sicuro durante la notte.

Venerdì 31: ritorno a Tunisi lungo una bellissima stradapanoramica verso il Golfo di Tunisi e visita alle vicine Cartagine e Sidi BouSaid. Il viaggio è concluso con soddisfazione

Sabato 1: Ultimo pieno di benzina a 3 euro e via versol’infinita trafila della dogana: per fortuna in uscita è stato tutto più agilee rapido. Purtroppo il traghetto (anche stavolta pienissimo) partirà con 5 oredi ritardo a causa della lentezza dei controlli della dogana tunisina.Pazienza, siamo ancora in vacanza.

Domenica 2: arriviamo a Genova alle 14:30 e subitoimbocchiamo la Val Trebbia in una fredda e piovosa giornata per giungere aBrescia in serata.

 

Nota curiosa: domernica sera, appena tornato a casa ho fatto unpo’ d’ordine nei miei documenti e non trovando più la patente ho iniziatosubito ad inveire contro i doganieri e i loro fogli e foglietti, timbri econtrolli svolti sempre in modo disordinato. In realtà la mia patente eranell’altro portafoglio: non era mai uscita di casa e il bello è che non me nesono mai accorto perché non mi è mai stata richiesta. Nell’unico momento in cuisi deve trascrivere il numero di patente su un foglietto per la dogana houtilizzato un bigliettino su cui tengo scritti tutti i numeri di documenti pernon doverli tirare fuori e magari perderli ogni volta. Probabilmente non è cosìgrave ma ormai è andata così: Tunisia 2012 senza patente.

 

 

Cosa ho portato con noi:

portapacchi posteriore: zaino con il minimo indispensabileper tutti e due, una piccola farmacia, due libri. Peso 9 Kg.

Portapacchi anteriore: zaino con i nostri sacco a pelo,k-way, telo per la vespa e qualche ricambio: Peso 6 Kg

Sulla pedana: zainetto con cartine stradali macchinafotografica borraccia documenti e altri effetti personali. Una tanica da 5litri per la benzina (ex tanica di cloro per la piscina ricevuta in dono da untunisino perché la mia perdeva). Niente gps.

Nel bauletto sullo scudo: 3 kg d’olio sintetico, misurinoper miscela, due camere d’aria, stracci e un paio di elastici di riserva.

Grazie per la pazienza di chi ha letto questo sinteticodiario di viaggio. Grazie alla mia ragazza sempre allegra e positiva, allanostra mitica Wepy (px125e anno 1984) che in anni di viaggi non ci ha mai maimai abbandonati.

Se chiunque avesse bisogno di informazioni più dettagliatesul viaggio sarò felice di aiutarvi.

 

A seguire alcune fotografie, qui allegato il nostro itinerario

Tunisia 2012.jpg

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"Giovedì 23: viaggio a Douz attraverso Chott el Jerid conbreve deviazione su sabbia compatta e sale verso lo scheletro di un busabbandonato: "

 

incredibbbbbile, dopo 11 anni é ancora li!!!

c'era gia nel 2001 ed era già cadente!!!

i venditori di tozeur erano già una piaga in passato.

peccato non siata andati a nefta, ne vale veramente la pena, ma immaggino il caldo

 

complimenti splendido viaggio... bravissimi

gian

 

Modificato da gian-GTR
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  • 2 weeks later...

Grazie a tutti. Appassionati di viaggi in Vespa e non.

Le nostre Vespa dovrebbero essere eterne. Per me non esiste modo più rilassante per viaggiare e per apprezzare luoghi vicini o lontani.

Buona vespa a tutti e ancora grazie

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MODERATOR

Complimenti, bella avventura...anche se per mio gusto personale (odio il caldo) non andrei mai in Africa. Complimentoni ancora!!

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  • 4 weeks later...

ci sono mattine in cui mi sveglio e penso che la Tunisia (e quindi l'Africa!) è solo a 24 ore di traghetto da Genova... quindi l'Africa è a circa 200 km da casa mia... e non ci sono ancora andato in Vespa! Poi leggo post come questo e mi dico: "ma cosa sto aspettando?!?

 

Bravissimo, mi sa che farò tesoro di questo tuo report!

 

Lorenzo

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