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Restauro vespa VNA 1957


volumexit
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Apperò, anche questa è NOIO!!! :mrgreen:

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Grazie a tutti.

Cosi e' come l'aveva fatta mio papa'.

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Vol.

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MODERATOR

Qualche scatto fatto nel mio girovagare per fare il rodaggio.

Primo giro di prova

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Primo giorno di utilizzo per andare al lavoro

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Qua la sto riportando verso il Piemonte, dove era stata immatricolata

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Giretto lungo il Naviglio grande

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Ad oggi siamo a 1000 Km, rispetto alle altre vespe e' molto lenta, diciamo che e' un modo diverso per andare in giro in Vespa.

 

Vol.

 

 

 

 

 

 

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MODERATOR

Grazie Luca.

C'è una cosa che ancora non ho detto, mio papà sapeva che avevo iniziato a restaurare la sua Vespa, ma non gli ho mai detto che era stata finita. Penso allora che piuttosto che arrivare a casa sua con la Vespa, sarebbe stato più bello vedere se la ricordava, era dal lontano 1984 che non la vedeva del suo colore originale. Allora mi viene in mente una cosa carina, parcheggiarla fuori dal concessionario dove la acquistò nel 1957 che si trovava sul lungo lago.

Parte la macchina organizzativa. Porto la Vespa a Verbania, con una scusa faccio venire a Verbania pure i miei genitori. Quando sono li, mia moglie con la scusa che c'è una mostra di camelie e che i suoi genitori sono già sul lungo lago che la aspettano, invita i miei genitori ad andare alla mostra. A questo punto scatta la sorpresa, io parcheggio la vespa fuori dallo stabile dove c'era il concessionario e mi nascondo poco lontano per osservare la scena.

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Avviso mia moglie che siamo pronti e le dirige il gruppo verso la Vespa. Mio suocero attira l'attenzione di mio papa dicendo, "guarda quello dove ha parcheggiato, dovrebbero dargli al multa". 

L'allegro gruppetto che sta arrivando nei pressi della Vespa

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Mio papà appena la nota, parte in quarta, attraversa la strada e va ad osservare la parte anteriore della Vespa, poi gira dietro, fa segna verso la targa e dice che è la sua.

I presenti iniziano a confonderlo, mia suocera gli dice che non è possibile perché io ci avevo fatto un incidente, mia mamma, avvisata qualche minuto prima gli dice che l'ha venduta… 

Mio papa', non convinto da quello che stanno dicendo gli altri torna i ritorna ad indicare la targa.

A questo punto mia moglie cerca di metter ordine e propone di fare qualche foto della Vespa e di mandarmela per chiedere a me se è la sua Vespa.

Qui il video di quando mio papa torna a fare segno verso la targa e mia moglie che inizia a fare le foto. Nel frattempo zitto zitto io esco dal nascondiglio e li raggiungo.

Quando mio papa si gira verso il gruppo e mi vede capisce che ha ragione ed è contentissimo. Ha detto che e' andato a vedere la Vespa peche era uguale alla sua e voleva vedere se aveva un numero di targa vicino al suo. Quando ha visto la targa ha riconosciuto il suo numero.

Qui la guarda e la riguarda per vedere come è venuta, mia anche fatto notare che c'era due errori rispetto a quando la usava lui, lui aveva fatto mettere il bordo scudo cromato ed aveva fatto mettere il copribiscotto. Io non ho messo quei due pezzi perché mi rovinerebbero la vernice dello scudo e del biscotto.

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Io e mio papa con la Vespa

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Mio papà e mia mamma

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Poi l'ho portato a fare un giro, Quando l'ho proposto, prima ha detto di no perché non aveva il casco, ma a quello ci avevo pensato io, ne avevamo uno in macchina. 

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Mio papa' con la Vespa

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ed infine

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Grazie a Marben, per l'aiuto che mi ha dato nel restaurare la Vespa, nella realizzazione del video e della foto finale.

Adesso me la godo un po. 

Vol.

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:bravo::bravo::bravo::bravo::bravo::bravo::bravo:

Degna conclusione, bravo!!!

Certo, dev'essere bello vedere l'effetto che fa!

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Non ci sono parole...

al di là del restauro, per altro di alta qualità...

ma i ricordi che può avere riesumato la vespa a quell’uomo non sono paragonabili ...

bravo vol, questo non è un restauro... è una storia, con un finale meraviglioso 

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Grazie ancora a tutti.

 

Vol.

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La sorpresa organizzata a tuo padre è stata emozionante immagino. Complimenti Luca, un lavoro fatto davvero bene :bravo:  Tra l'altro, a gennaio avevo intravisto il tuo telaio in carrozzeria da Simone...:D

Un bravo anche all'aiutante Marco ;-)

 

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Grazie ancora a tutti.

Mi ero dimenticato di ringraziare ancora @alfred per la retina di ottone per riparare il rubinetto.

30 minuti fa, Vespa979 dice:

La sorpresa organizzata a tuo padre è stata emozionante immagino.

Direi di si, anche per mia mamma, fino a quando non si sono sposati e mio nonno gli ha regalo' la 1100 103E, usavano la Vespa.

Vol

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Il ‎23‎/‎04‎/‎2019 at 21:23, lucag63 dice:
Ciao Vol.. ma l'ammortizzatore anteriore è uguale a quello della vbb?dove hai preso il tuo..?

Inviato dal mio ONEPLUS A5010 utilizzando Tapatalk

 

No, questo è stato montato solo su farobasso e VNA. Sulla VBB ci va quello in lamiera zincata. Io l'ho preso dal pascolatore.
Vol.

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No, questo è stato montato solo su farobasso e VNA. Sulla VBB ci va quello in lamiera zincata. Io l'ho preso dal pascolatore.
Vol.
Ok grazie.. buona serata.

Inviato dal mio ONEPLUS A5010 utilizzando Tapatalk

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  • 2 weeks later...
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Il 20/4/2019 at 12:16, volumexit dice:

 

Quando mio papa si gira verso il gruppo e mi vede capisce che ha ragione ed è contentissimo. Ha detto che e' andato a vedere la Vespa peche era uguale alla sua e voleva vedere se aveva un numero di targa vicino al suo. Quando ha visto la targa ha riconosciuto il suo numero.

 

Ho avuto l'onore di assistere a questa scena ed è stato emozionante.

Questa VNA è un capolavoro, ma i suoi pregi non si fermano alla lamiera: porta con sé una storia bella e intensa, fatta anche di momenti difficili e scelte non scontate. È bello che sia rimasta sempre nella sua famiglia; a Luca il merito di averla custodita, anche quando era un relitto disastrato (per giunta in un'epoca nella quale sarebbe stata bollata come vecchio rottame a prescindere). E ovviamente il merito di averla recuperata e restaurata nel migliore dei modi, coronando i lavori con questa bella sorpresa per i suoi genitori.

Bravo!

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MODERATOR
Il ‎07‎/‎05‎/‎2019 at 13:08, Marben dice:

Questa VNA è un capolavoro, ma i suoi pregi non si fermano alla lamiera: porta con sé una storia bella e intensa, fatta anche di momenti difficili e scelte non scontate. È bello che sia rimasta sempre nella sua famiglia; a Luca il merito di averla custodita, anche quando era un relitto disastrato (per giunta in un'epoca nella quale sarebbe stata bollata come vecchio rottame a prescindere). E ovviamente il merito di averla recuperata e restaurata nel migliore dei modi, coronando i lavori con questa bella sorpresa per i suoi genitori.

 

Il ‎07‎/‎05‎/‎2019 at 14:25, querida-presencia dice:

Mi unisco ai complimenti, per il mezzo, per il lavoro eseguito e per la storia, non senza un po' (anche più di un po') di invidia.

:bravo:

Grazie ancora a tutti.

 

Vol.

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  • 2 months later...

Ciao, 

 

   Ottimo lavoro e ottimo tutorial. Grazie!!!

Da quanto è la chiave a tubo che hai usato per smontare il rubinetto? 

 

Grazie

Il 14/11/2017 at 15:02, Marben dice:

Si prosegue con piccoli lavori, e questa è la volta del rubinetto. benzina.

Questo è del tutto particolare, diverso dai soliti rubinetti. Il corpo è completamente in ottone, e non in lega leggera; è privo del tubo di sfiato e l'attacco del tubo benzina è orientato perpendicolarmente al suolo.
È montato su tutte le VNA1T e VNA2T, sulla VNB1T sino al n. 32099 e sulla VBA1T sino al n. 81256.
Monta su un foro più stretto rispetto ai successivi, di conseguenza anche il serbatoio è differente.

Nel caso della nostra VNA, il ristagno della vecchia benzina rossa, nel corso degli anni, ha causato non pochi problemi: la formazione di ruggine e morchie all'interno del serbatoio, coinvolgendo anche il rubinetto.

Il rubinetto è così aggredito da croste ormai del tutto solidificate e presenta non pochi segni di corrosione. Per fortuna la rimozione non è difficile; l'assenza del tubo di sfiato consente l'impiego di una chiave a tubo. Forse il fatto stesso di essere di ottone nichelato ha impedito il bloccaggio del dado per ossidazione.

Una volta rimosso, ecco il rubinetto nelle sue tristi condizioni:

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Con solventi, spazzole metalliche e pure il fuoco vivo si riesce a sgrossare almeno la parte esterna dell'elemento filtrante:

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Purtroppo l'interno è invaso dalla morchia indurita. La retina di filtraggio è ormai un ricordo, resistono pochi brandelli in zone non visibili.
Decido così di tentare di rimuovere tutto il corpo del filtro. Infilo un cacciaspine nell'asola più in alto e blocco il cacciaspine stesso nella morsa. Con un martellino do colpi leggeri al distributore, ovvero il componente cilindrico al quale è fissata l'asta di comando.

In questo modo, senza eccessivo sforzo, è possibile estrarre il corpo del filtro. Se questo risultasse meno docile, prima di deformarne la lamiera è conveniente tentare un aiuto, riscaldando la zona di giunzione delle parti.

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Sulla sommità del filtro è applicato un cappuccio di lamiera: in questo caso è cianfrinato, in altri può esserci un riporto di saldatura.

A questo punto smontiamo tutte le parti mobili e concentriamoci sul corpo vero e proprio. Ovviamente i condotti non sono stati risparmiati dalla morchia. Dopo una prima pulizia esteriore, occorre tentare di liberare i passaggi. Nel nostro caso abbiamo avuto un pizzico di fortuna: evidentemente il livello di benzina al momento del fermo era già al di sotto di quello della "riserva", quindi il tubetto che pesca in posizione "Aperto" risultava già piuttosto libero. Una fatica in meno!

Per la pulizia qualsiasi strumento è lecito: cacciaviti sottili, fil di ferro, ecc. Per liberare completamente i passaggi, io uso con soddisfazione una punta da trapano di diametro adeguato, montata su un mandrino che funga da impugnatura. Tanto meglio se la punta è piuttosto lunga, così da avere meno intralci nelle manovre.

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Oltre all'azione meccanica, anche quella chimica è salutare. Un po' di diluente aiuta a rimuovere le ultimi tracce, così che il metallo nudo torna ben visibile:

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Una pulita anche al corpo (di lamiera) del filtro:

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Tanti residui, compresi i pochi avanzi della retina:

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La corrosione ha anche danneggiato la molla, che è rimasta divisa in due parti:

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Qui sopra tutte le parti che compongono il rubinetto, ad eccezione della retina, che come detto è polverizzata. La pulizia è stata effettuata con spazzole metalliche su trapano, ricorrendo poi alla lucidatrice a stracci per la rifinitura finale, sia del corpo col tubetto, sia del filtro.

Non avendo una molla di ricambio, ho pensato di riparare l'originale: essa non deve sopportare carichi, la sua unica funzione è quella di mantenere aderente la retina al corpo del filtro.
Così ho preso un filo di rame, ricavato da un filo elettrico, ed ho avvolto una spirale:

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Ho pulito bene le due parti della molla da unire, e vi ho calzato la spirale di rame:

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Bloccando il tutto con una goccia di stagno:

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L'acciaio armonico non è facilmente stagnabile, ma con un po' di flussante la goccia fonde bene sul supporto.

Qui entra in gioco il preziosissimo aiuto di Alfred, che generosamente fornisce una retina d'ottone che ben si presta al nostro scopo.
Avevamo pensato, in precedenza, di usare la retina di acciaio del filtro T5 riprodotto da SIP, ma abbiamo constatato che questa è troppo fitta anche per il nostro scopo... figuriamoci per filtrare l'aria in aspirazione!

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Ritagliamo a misura la retina di ottone, avvolgendola poi sulla molla riparata:

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Per infilarla nel filtro, è conveniente divaricare un po' la lamiera, così che il gruppo retina + molla possa scorrere all'interno senza impigliarsi.

Una volta che questo è completamente inserito, possiamo riaccostare i due bordi, modellando la lamiera con una piccola pinza a becchi corti e larghi.

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A questo punto possiamo reinserire il corpo del filtro in quello del rubinetto, mandandolo a fine corsa con qualche leggero colpo di martello.

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Riposizioniamo anche il cappuccio di lamiera. Lo blocchiamo non più ribadendolo (è già un po' ammaccato sul fianco), bensì saldandolo a stagno. Vista la massa non trascurabile, è bene usare un saldatore abbastanza potente, circa un centinaio di Watt, per contrastare la dispersione del calore.

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Ecco il cappuccio assicurato mediante brasatura a stagno:

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Possiamo procedere col rimontaggio. Raccomandabile una spianatura del distributore, per una migliore adesione alla guarnizione. 
Per quest'ultima, si è scelto il ricambio di colore rosso (in Viton, si dice), ovvero quello di migliore qualità. Molte altre guarnizioni in commercio, solitamente di colore nero, risultano molto dure e spesso fustellate in maniera alquanto approssimativa. Queste rosse, di solito, non riservano sorprese.

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Rimonto la guarnizione e preparo il distributore, stendendo un velo leggerissimo di grasso siliconico, per evitare eccessivo attrito a secco. Questo grasso è molto utile in tante piccole operazioni sui nostri mezzi: non altera le proprietà delle parti in gomma ed ha buone proprietà idrorepellenti, risultando ottimo, per esempio, nella revisione di serrature e simili.

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Corretto posizionamento del distributore e dell'anello elastico che lo trattiene in sede:

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Conveniente anche lubrificare i filetti delle due piccole viti M3, che bloccano e regolano il carico sul distributore. La vera regolazione andrà effettuata a montaggio completato, col serbatoio già carico, per escludere perdite e per evitare che la manovra dell'asta di comando risulti eccessivamente faticosa.

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Montiamo la guarnizione di fibra (carta) e predisponiamo il dado con la rondella piana: la revisione è finita ed il nostro rubinetto è pronto per tornare a svolgere la sua funzione.

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... e direi che è un bel vedere, in confronto alla brutta (e costosissima!) riproduzione disponibile da qualche tempo presso alcuni venditori.

Un grazie particolare ad Alfred che ha contribuito con l'ottima retina di ottone. Quando un forum è sede di simili giochi di squadra, diviene davvero uno strumento meraviglioso di aiuto e di condivisione. :applauso:

 

 

 

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9 ore fa, The_fan_82 dice:

Da quanto è la chiave a tubo che hai usato per smontare il rubinetto? 

22 mm.

Talune chiavi candela si prestano ad essere modificate (eliminando il manico), con la possibilità di manovrarle usando l'esagono dalla parte opposta. In pratica possono fungere da prolunga. 
In alternativa possono essere saldate ad un manico a "T".
Attenzione: molte chiavi candela sono precise sull'esagono da 21 mm delle candele, e pertanto non possono ospitare il dado del rubinetto. Vanno bene le chiavi come quella in dotazione alla VNA (e simili), perché la l'esagono più grande deve permettere anche lo smontaggio dei cerchi dai mozzi (dadi con esagono 22).

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