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Restauro vespa VNA 1957


volumexit
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Si prosegue con piccoli lavori, e questa è la volta del rubinetto. benzina.

Questo è del tutto particolare, diverso dai soliti rubinetti. Il corpo è completamente in ottone, e non in lega leggera; è privo del tubo di sfiato e l'attacco del tubo benzina è orientato perpendicolarmente al suolo.
È montato su tutte le VNA1T e VNA2T, sulla VNB1T sino al n. 32099 e sulla VBA1T sino al n. 81256.
Monta su un foro più stretto rispetto ai successivi, di conseguenza anche il serbatoio è differente.

Nel caso della nostra VNA, il ristagno della vecchia benzina rossa, nel corso degli anni, ha causato non pochi problemi: la formazione di ruggine e morchie all'interno del serbatoio, coinvolgendo anche il rubinetto.

Il rubinetto è così aggredito da croste ormai del tutto solidificate e presenta non pochi segni di corrosione. Per fortuna la rimozione non è difficile; l'assenza del tubo di sfiato consente l'impiego di una chiave a tubo. Forse il fatto stesso di essere di ottone nichelato ha impedito il bloccaggio del dado per ossidazione.

Una volta rimosso, ecco il rubinetto nelle sue tristi condizioni:

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Con solventi, spazzole metalliche e pure il fuoco vivo si riesce a sgrossare almeno la parte esterna dell'elemento filtrante:

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Purtroppo l'interno è invaso dalla morchia indurita. La retina di filtraggio è ormai un ricordo, resistono pochi brandelli in zone non visibili.
Decido così di tentare di rimuovere tutto il corpo del filtro. Infilo un cacciaspine nell'asola più in alto e blocco il cacciaspine stesso nella morsa. Con un martellino do colpi leggeri al distributore, ovvero il componente cilindrico al quale è fissata l'asta di comando.

In questo modo, senza eccessivo sforzo, è possibile estrarre il corpo del filtro. Se questo risultasse meno docile, prima di deformarne la lamiera è conveniente tentare un aiuto, riscaldando la zona di giunzione delle parti.

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Sulla sommità del filtro è applicato un cappuccio di lamiera: in questo caso è cianfrinato, in altri può esserci un riporto di saldatura.

A questo punto smontiamo tutte le parti mobili e concentriamoci sul corpo vero e proprio. Ovviamente i condotti non sono stati risparmiati dalla morchia. Dopo una prima pulizia esteriore, occorre tentare di liberare i passaggi. Nel nostro caso abbiamo avuto un pizzico di fortuna: evidentemente il livello di benzina al momento del fermo era già al di sotto di quello della "riserva", quindi il tubetto che pesca in posizione "Aperto" risultava già piuttosto libero. Una fatica in meno!

Per la pulizia qualsiasi strumento è lecito: cacciaviti sottili, fil di ferro, ecc. Per liberare completamente i passaggi, io uso con soddisfazione una punta da trapano di diametro adeguato, montata su un mandrino che funga da impugnatura. Tanto meglio se la punta è piuttosto lunga, così da avere meno intralci nelle manovre.

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Oltre all'azione meccanica, anche quella chimica è salutare. Un po' di diluente aiuta a rimuovere le ultimi tracce, così che il metallo nudo torna ben visibile:

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Una pulita anche al corpo (di lamiera) del filtro:

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Tanti residui, compresi i pochi avanzi della retina:

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La corrosione ha anche danneggiato la molla, che è rimasta divisa in due parti:

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Qui sopra tutte le parti che compongono il rubinetto, ad eccezione della retina, che come detto è polverizzata. La pulizia è stata effettuata con spazzole metalliche su trapano, ricorrendo poi alla lucidatrice a stracci per la rifinitura finale, sia del corpo col tubetto, sia del filtro.

Non avendo una molla di ricambio, ho pensato di riparare l'originale: essa non deve sopportare carichi, la sua unica funzione è quella di mantenere aderente la retina al corpo del filtro.
Così ho preso un filo di rame, ricavato da un filo elettrico, ed ho avvolto una spirale:

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Ho pulito bene le due parti della molla da unire, e vi ho calzato la spirale di rame:

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Bloccando il tutto con una goccia di stagno:

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L'acciaio armonico non è facilmente stagnabile, ma con un po' di flussante la goccia fonde bene sul supporto.

Qui entra in gioco il preziosissimo aiuto di Alfred, che generosamente fornisce una retina d'ottone che ben si presta al nostro scopo.
Avevamo pensato, in precedenza, di usare la retina di acciaio del filtro T5 riprodotto da SIP, ma abbiamo constatato che questa è troppo fitta anche per il nostro scopo... figuriamoci per filtrare l'aria in aspirazione!

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Ritagliamo a misura la retina di ottone, avvolgendola poi sulla molla riparata:

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Per infilarla nel filtro, è conveniente divaricare un po' la lamiera, così che il gruppo retina + molla possa scorrere all'interno senza impigliarsi.

Una volta che questo è completamente inserito, possiamo riaccostare i due bordi, modellando la lamiera con una piccola pinza a becchi corti e larghi.

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A questo punto possiamo reinserire il corpo del filtro in quello del rubinetto, mandandolo a fine corsa con qualche leggero colpo di martello.

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Riposizioniamo anche il cappuccio di lamiera. Lo blocchiamo non più ribadendolo (è già un po' ammaccato sul fianco), bensì saldandolo a stagno. Vista la massa non trascurabile, è bene usare un saldatore abbastanza potente, circa un centinaio di Watt, per contrastare la dispersione del calore.

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Ecco il cappuccio assicurato mediante brasatura a stagno:

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Possiamo procedere col rimontaggio. Raccomandabile una spianatura del distributore, per una migliore adesione alla guarnizione. 
Per quest'ultima, si è scelto il ricambio di colore rosso (in Viton, si dice), ovvero quello di migliore qualità. Molte altre guarnizioni in commercio, solitamente di colore nero, risultano molto dure e spesso fustellate in maniera alquanto approssimativa. Queste rosse, di solito, non riservano sorprese.

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Rimonto la guarnizione e preparo il distributore, stendendo un velo leggerissimo di grasso siliconico, per evitare eccessivo attrito a secco. Questo grasso è molto utile in tante piccole operazioni sui nostri mezzi: non altera le proprietà delle parti in gomma ed ha buone proprietà idrorepellenti, risultando ottimo, per esempio, nella revisione di serrature e simili.

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Corretto posizionamento del distributore e dell'anello elastico che lo trattiene in sede:

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Conveniente anche lubrificare i filetti delle due piccole viti M3, che bloccano e regolano il carico sul distributore. La vera regolazione andrà effettuata a montaggio completato, col serbatoio già carico, per escludere perdite e per evitare che la manovra dell'asta di comando risulti eccessivamente faticosa.

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Montiamo la guarnizione di fibra (carta) e predisponiamo il dado con la rondella piana: la revisione è finita ed il nostro rubinetto è pronto per tornare a svolgere la sua funzione.

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... e direi che è un bel vedere, in confronto alla brutta (e costosissima!) riproduzione disponibile da qualche tempo presso alcuni venditori.

Un grazie particolare ad Alfred che ha contribuito con l'ottima retina di ottone. Quando un forum è sede di simili giochi di squadra, diviene davvero uno strumento meraviglioso di aiuto e di condivisione. :applauso:

 

 

 

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wow !! spettacolare lavoro di ricostruzione.  quel SIL è quasi un peccato rimontarlo andrebbe messo in bacheca a memoria dei posteri.

grazie per la riconoscenza, ma giustamente se non ci dà una mano fra vespisti .....

Leggendo il post ricordavo che tempo fa ho dovuto metter mano al filtro della mia vba  e,di quanto avevo girato a dx e a manca per trovare quella +/- giusta.    

Avendone avanzata un po'', mi è sembrato ovvio aiutare un vespista.......ciao ciao

 

 

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MODERATOR
25 minuti fa, alfred dice:

wow !! spettacolare lavoro di ricostruzione.  quel SIL è quasi un peccato rimontarlo andrebbe messo in bacheca a memoria dei posteri.

grazie per la riconoscenza, ma giustamente se non ci dà una mano fra vespisti .....

Leggendo il post ricordavo che tempo fa ho dovuto metter mano al filtro della mia vba  e,di quanto avevo girato a dx e a manca per trovare quella +/- giusta.    

Avendone avanzata un po'', mi è sembrato ovvio aiutare un vespista.......ciao ciao

 

 

Da proprietario del rubinetto ringrazio infinitamente Alfred per avermi mandato la retina e Marben per aver fatto un lavoro straordinario.

 

Vol.

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Sinceri complimenti a Marben oltre ad essere un conoscitore ( sarebbe meglio dire Guru )  della vespa è anche un maestro nel restauro. Complimenti ad Alfred per la disponibilità. E scusatemi un piccolo off topic: ciao, Valerio!

Francesco

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MODERATOR
23 ore fa, Marben dice:

Per la pulizia qualsiasi strumento è lecito: cacciaviti sottili, fil di ferro, ecc. Per liberare completamente i passaggi, io uso con soddisfazione una punta da trapano di diametro adeguato, montata su un mandrino che funga da impugnatura. Tanto meglio se la punta è piuttosto lunga, così da avere meno intralci nelle manovre.

io recupero i vecchi rubinetti con un lavaggio di un'ora abbondante in vasca ultrasuoni e un solvente apposito per ultrasuoni. Il problema è nel ripulire la vasca dopo per poterla usare di nuovo per gli orologi :sbonk::sbonk::azz::azz: :ciao: 

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Per quanto riguarda il corretto serraggio delle due vitine M3 che tengono la ghiera in acciaio sul rubinetto, io ho sempre fatto a questo modo: innanzi tutto le avvito sino in fondo e poi le svito di mezzo giro per volta, verificando ogni volta se il distributore ruota. Ovviamente, con le due vitine avvitate sino in fondo sarà quasi impossibile che il distributore ruoti e, quindi, bisogna trovare il punto giusto sin dove avvitare le due vitine e che non faccia perdere carburante al rubinetto.

Il punto giusto lo si trova appunto svitando di mezzo giro alla volta e verificando se il distributore ruota. Quando avremo trovato il punto in cui il distributore ruota facilmente, è quallo il momento di fermarsi. Ovviamente compio l'operazione con il rubinetto montato sul serbatoio e nel serbatoio c'è un po' di benzina, così da poter verificare se il distributore tiene o perde.

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Domenica ho smontato la sella, a me sembra che la molla sia verniciata, però alcuni dicono che vada zincata.
Quindi va zincata o verniciata?

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Non lo so più!:oops:

Io ho sempre pensato che andassero zincate, perlomeno da un certo modello in poi, ma quì ci sono tracce troppo evidenti di vernice e non so se sia un caso.:boh:

Credo sia giusto verniciarla.

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Domenica ho smontato la sella, a me sembra che la molla sia verniciata, però alcuni dicono che vada zincata.
Quindi va zincata o verniciata?
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Ciao. Dice Extreme..che il telaio della sella và zincato a freddo..cioè con zinco spray..
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12 minuti fa, lucag63 dice:


Ciao. Dice Extreme..che il telaio della sella và zincato a freddo..cioè con zinco spray..

Ciao, il telaio sella sulla VNA1T va sicuramente in tinta. Vedi foto del mio conservato male ma conservato.

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Nella foto sotto si vede anche la molla di fianco al telaio e si vede che il colore è lo stesso.

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MODERATOR
Ma tu intendi in tinta con la vespa?
Si, questa è una VNA1T telaio circa 3000

Ciao.
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MODERATOR

Ok questa mattina una mezzoretta in garage e penso di aver sviscerato tutto.

Ho pulito con pasta abrasiva un pezzettino del telaio sella ed un pezzettino della molla

 

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Messi a confronto ed il colore e' uguale. A questo punto ho messo a confronto la molla con la porzione di parafango sotto la cresta che e' ancora del colore originale.

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Stesso colore, quindi telaio sella e molla sicuramente in tinta. Ricordo che questa vespa e' sempre rimasta in famiglia e la sella non è mai stata verniciata.

Ho pulito anche la leva dell'aria, su questa nessuna traccia di vernice ma lucidandola su nota che e' presente un trattamento superficiale. O zincatura o cadmiatura.

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A questo punto faccio telaio sella e molla in tinta carrozzeria e la leva, nel dubbio la faccio zincare.

 

VOl.

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E' la decisione migliore e più saggia. :ok:

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10 minuti fa, senatore dice:

E' la decisione migliore e più saggia. :ok:

Concordo!

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MODERATOR

Altro dettaglio interessante, la mia come detto fa parte delle prime 3000 VNA1T prodotte e non ha il classico foro filettato sulla parte alta del piantone dello sterzo, aggiunto in seguito per poter montare il parabrezza.

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Vol.

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MODERATOR

Si continua con i lavori.

Il fanale posteriore che verrà montato è quello che montava la vespa quando ero piccolo, quello che ho gia mostrato ma per esigenze di registro storico dovro' montare per le foto il fanale posteriore di tipo originale. Sabato a Novegro ne ho comprato uno. 

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Sarà che mancano le pance, sarà che non è verniciato ma con questo fanale non è che mi piaccia molto. 

Procediamo con lo smontaggio della forcella.

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La forcella e' in classico stile anni 80, almeno dalle miei parti era molto comune l'abbinamento rosso metallizzato con accessori bianchi.

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Sullo stelo c'è un po' di ruggine ma dopo una spagliettata sembra perfettamente utilizzabile.

La gabbietta con le sfere e' del tipo GL/PX/Small, molto più comoda delle sue sfere sfuse, ma le sfere sono di diametro leggermente inferiore. Ah l'avessi saputo ai tempi, sono diventato pazzo la forcella ballava sempre.

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Per rimuover il parafango si deve togliere la sede inferiore, non ricordo se è cosi su tutte le vespe ma mi pare di no.

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La piastrina di rinforzo supporto parafango. Secondo me un dettaglio importate pur avendo un parafango abbastanza piccolo. Queste Vespe dei modelli successivi ho visto che avevano i fori crepati o rotti.

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Questa è stata una sorpresa ma confermata successivamente dal catalogo ricambi, la cresta non aveva le classiche rondelle elastiche a rosetta ma era ribattuto in sede.

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Infatti per toglierla l'ho dovuta molare. Cercheremo di recuperarla facendo due piccoli buchi e usando due piccole viti autofilettanti. Marben dice rigorosamente con testa a taglio :risata::risata::risata::risata:

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è particolare questo parafango perché stampato da un unico foglio di lamiera e non in due parti come i successivi.

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Sul bordo inferiore nessun bordino come hanno invece i successivi.

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e nessuna nervature sul fianco. Bello pulito ed introvabile.

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3 ore fa, volumexit dice:

Marben dice rigorosamente con testa a taglio :risata::risata::risata::risata:

Vorrei ben vedere! :ok:

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MODERATOR

Procediamo con lo smontaggio del mozzo. Pensavo che sarebbe stata un'odissea, ancora vivo il ricordo dello smontaggio del mozzo GL, che aveva i perni bloccati. Questo invece pur avendo preso parecchia umidità non aveva i perni bloccati.

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Curioso come fosse già presente la vite senza fine del contachilometri anche sui modelli che non avevano la predisposizione.

Era cosi già dalle farobasso però in quel caso non c'era un manubrio non progettato per accogliere il contachilometri.

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Le due vitine del tamburo erano anche loro perfettamente libere anche se parecchio arrugginite.

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Il feltrino che fa da paragrasso del perno del tamburo, penso che una bella lavata con la benzina e torna perfettamente efficace.

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Ganasce originali marchiate piaggio, chissà quanto amianto:orrore:

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Ganasce smontate.

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La camma del freno, questa andrà pulita e fatta zincare

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Una cosa curiosa, portata avanti anche sulle VNB, le ganasce si intersecano, quindi si devono sfilare tutte e due insieme, non facile su un perno molto preciso. Successivamente furono adottate le ganasce classiche divise in due. Se non sbaglio comunque quelle delle small sono perfettamente compatibili.

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Vol.

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MODERATOR
Vorrei ben vedere! :ok:
Ma metteteci 2 belle brugole :mrgreen:

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