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la foto dell'uomo sulla lambretta


Babila
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Avevo guardato di sfuggita la notizia sul corriere, stamani (ieri). La foto mi aveva molto colpito. Come era possibile, una gran bella ragazza in giro per strada, davvero, con un abbigliamento così osè, nel 1951? E guarda guarda quanti occhi addosso… ovvio, scontato, più che superfluo, a dire… La notizia però era un’altra, il saluto a Carlo Marchi, il giovanotto sulla lambretta, il marito di Gioa Falck, cognome famoso, della famiglia delle acciaierie. Non molto di più da sapere. Ci ripensavo distrattamente, nel pomeriggio… una immagine d’avanguardia, ipermoderna, per l’epoca. Chissà… a sera vado a riguardare, le poche righe della mattina sono diventate due interventi ben più corposi, e alla fine tutto diviene chiaro, e, almeno per me, sorprendente. Era una foto costruita, cercata, voluta. Una pietra miliare.

 

Copiaeincolla da ‘corriere.it’:

 

‘‘…Era un grande personaggio, Carlo, e non solo per la foto ormai famosa del ragazzo dal viso d'angelo sulla Lambretta diventata il simbolo del «latinloverismo», ma anche per la vita straordinaria tra Stati Uniti e Italia, New York e Hollywood. Marchi aveva una somiglianza sorprendente con Clint Eastwood e nella capitale del cinema veniva scambiato spesso per l'attore. Qui si era fatto molti amici, da Gregory Peck a Henry…

 

Il 22 agosto del 1951 la fotografa Ruth Orkin intende dar corpo letteralmente al concetto di gallismo italiano, così assolda una fotomodella, la fa passeggiare per le vie di Firenze e la segue... Il risultato è «American girl in Italy», la seconda foto più venduta al mondo. Dieci uomini in ordine sparso sul marciapiede che spogliano con lo sguardo una donna mentre passa per strada. Carlo Marchi è il ragazzo seduto alla Lambretta, pullover, biondo, aria scanzonata…

 

Il bello è che Carlo Marchi si era allontanato anni luce da quella foto. Nel 1956 era già negli Stati Uniti dove, dopo aver studiato, fatto mille lavori e girato in lungo…’’

 

http://www.corriere.it/cronache/12_dicembre_23/l-uomo-della-foto-che-racconto-il-gallismo-marco-gasperetti-mauro-covavich_dcff77b2-4cd2-11e2-83d8-cd3029dc7d61.shtml

 

Una bella storia. Era da tempo, molto, che non ne scorgevo ormai qualcuna di questo ‘livello’.

Bene così, ciao Carlo.

carlo marchi corriere 231212.jpg

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  • 5 years later...
MODERATOR

Riprendo la discussione perchè Babila (che ormai non frequenta più il forum) mi aveva chiesto di completarla inserendo alcune parti via email a maggio. Purtroppo l'indirizzo a cui mi ha scritto non è più usato da me e l'ho letto solo oggi. Comunque rispettando la sua volontà riporto ciò che mi è stato inoltrato. 

Il messaggio risale al 04/05/2018

Cita

Buonasera Davide, sono Alberto, non scrivo più su VR da diversi anni ma oggi è uscita fuori una notizia sui giornali e mi sono ricordato di una mia vecchia discussione: la foto dell’uomo sulla lambretta, postata in come eravamo il 24/12/2012.

Due giorni fa è venuta a mancare Ninalee Allen Craig, la ragazza della famosa fotografia del 1951 american girl in italy, di cui si parla in quella discussione.

Puoi trovare la notizia in rete, per esempio qui:

https://www.huffingtonpost.it/2018/05/04/ninalee-allen-craig-morta-licona-di-una-foto-leggendaria-an-american-girl-in-italy_a_23427050/?utm_hp_ref=it-homepage

questo è tutto l’articolo:

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

ruthOrkin.AmericanGirlinItaly, 1951.Copyright1952,1980

Firenze, piazza della Repubblica, 1951. Una ragazza americana avanza di fronte allo storico bar Gilli sotto lo sguardo insistente di una schiera di uomini. Si chiama Ninalee Allen Craig, ha 23 anni ed è in vacanza in Italia. A riguardarla oggi, mentre incede a passo svelto, sembra di rivedere la donna afghana di Pino Settanni bersagliata dagli sguardi maschili. Quel giorno, invece, a scattare la foto fu un'altra donna, Ruth Orkin. Era di passaggio in Italia di ritorno da Israele, avrebbe ripreso l'aereo l'indomani. Una breve sosta, giusto il tempo di un altro servizio per una freelance. Ninalee la conobbe in albergo, per caso. Alloggiavano entrambe al Berchielli per un dollaro a notte. Ed è lì che nacque l'idea: perché non raccontare con una fotografia cosa significasse per una donna viaggiare da sola? Il giorno dopo andarono in strada. La "luminosa bellezza" , l'eleganza di Ninalee che si stringe nello scialle camminando altera sul marciapiede sfilano sotto il fuoco di fila di quindici sguardi maschili. "Doveva sembrare una Beatrice della Divina Commedia che passava attraverso questa dozzina di uomini", racconterà Orkin al New York Times. "Pensai che se fossi riuscita a vendere quello scatto all'Herald Tribune ci avrei guadagnato 15 dollari".

In realtà andò molto meglio di così, e quei due scatti, durati in tutto trentacinque secondi, fecero la storia. La fotografia in bianco e nero trasformò la giovane turista americana con l'album da disegno sotto il braccio in un'icona e "An American Girl In Italy" divenne, oltre le aspettative, il simbolo del maschilismo imperante. "Ma la mia non era un'espressione angosciata", spiegherà Ninalee al Guardian, "l'immagine è stata mal interpretata. Quel giorno ci stavamo divertendo tutti". Craig è morta il 2 maggio scorso, all'età di 90 anni in un ospedale di Toronto, in Canada, per le complicazioni di un tumore ai polmoni. L'annuncio della scomparsa è stato pubblicato dal Washington Post.

La foto apparve per la prima volta sul magazine Cosmopolitan nel 1952 a corredo di un reportage dal titolo "When You Travel Alone", ma ebbe così tanto successo che fu riprodotta ovunque, anche su poster e locandine. "Il dopoguerra per l'Italia fu un periodo molto difficile - ha raccontato tempo fa Ninalee in un'intervista al Guardian - personalmente non ci trovavo nulla di sbagliato in qualche fischio d'apprezzamento. Ero straniera, alta, chiaramente destavo curiosità". E l'uomo in foto che porta la mano sul cavallo dei pantaloni? "Ci ero abituata, era quasi un segno di buon auspicio per il maschio italiano assicurarsi che i gioielli di famiglia fossero intatti. Talvolta lquel particolare è stato censurato, ma non l'ho mai considerato un gesto volgare". Del resto anche la didascalia con cui Orkin corredò la foto era tutt'altro che una requisitoria contro il malcostume: "Fissare le signore è un passatempo popolare, innocuo e lusinghiero tipico di molti Paesi. I gentiluomini sono di solito più rumorosi e dimostrativi degli americani, ma non fanno niente di male".

Come si seppe più tardi, tra i ragazzi affascinati dalla bella americana, seduto in sella a una moto, c'era anche il giovanissimo Carlo Marchi, fratello della marchesa Bona Marchi Frescobaldi. Ninalee Allen Craig aveva sposato Achille Passi, un conte veneziano rimasto vedovo nel 1959, vivendo con lui nella villa di famiglia a Treviso, dove crebbe il figlio di lui, Alex Passi, che ha dato la notizia della morte della donna. Dopo il divorzio da Passi, alla metà degli anni '70, tornò a New York dove incontrò l'industriale canadese Robert Ross Craig che sposò nel 1978 e con cui ha vissuto fino alla morte di lui nel 1996.Nata a Indianapolis il 6 novembre 1927, dopo gli studi universitari in storia a New York, Ninalee Allen nel 1951 aveva deciso di partire in viaggio per l'Europa da sola. "Se quella foto mi ha cambiato la vita? Direi di no - ha raccontato ancora Ninalee - Ma da allora mi sono sempre tanto divertita. E non immaginerete mai quanti pranzi pagati in Italia mi sono guadagnata".

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Mi è venuto in mente che forse sarebbe stato giusto completare quella discussione inserendo anche tutte (o parte) di queste notizie. Almeno secondo me.

Ma non scrivo più sul forum.

Ti potrebbe interessare, completare tu quella discussione, intendo?  

 

Un saluto – Alberto / (Babila)

 

 

 

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