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TRADIZIONI: Il Benedetto


gigler
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Tipico antipasto pasquale, preparato con fette di arancia, sulle quali si posa una fettina di ricotta, una fettima di salame ed una fetta di uovo sodo.

 

Ogni ingrediante ha un significato ben preciso. Io, per la prima volta, lo assaggiai in quel di Alezio, a casa della zia 75enne di un caro amico. Ieri l'ho riassaggiato. Chi conosce il significato religioso degli ingredianti?

 

Auguri a tutti.

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Alezio: conosciuta anche come Villa Picciotti,difatti gli abitanti vengono chiamati anche picciottari,è in prov. di Lecce a circa 35 km, su una collina a 74m.s.l.m. fa parte di uno dei tanti centri messapici ( aletium )................ma di stò antipasto pasquale so na mazza :boh::ciao:

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Per me (Napoli) pasquetta è :

Casatiello, ricotta salata capocollo, carciofi, pizza rustica,pancettina, affettati misti, uova sode, olive ecc. (mia moglie ha introdotto le cotolette) (su richiesta "sasicce e friarielli")

 

Pasqua è:

Casatiello, Lasagna, capretto e patate

 

 

Sempre e per tutto il tempo PASTIERA e uova di cioccolato.....

 

:ciao:

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Da noi ad Andria si fa. A casa mia è tradizione consolidata. Non è che i sapori delle varie componenti si amalgamino bene è più che altro da considerarsi come simbolo. Credo voglia rappresentare il ritorno, dopo la quaresima di astinenza e digiuno, alla normalità e ai cibi grassi di cui ci si è dovuti privare in quaresima.

La soppressata, la ricotta rigorosamente di pecora (perchè più grassa) l'uovo.

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Credo sia proprio come dice saliddo, io sono di bitonto come sapete e davo per scontato l'esistenza di questo piatto, anzi credevo che fosse piatto tradizionale di tutto il meridione, ma a quanto pare, lo è solo per alcuni paesi. Da noi a piacere si aggiungono anche taralli e paste di mandorle. Salumi in quantità e soprattutto uova (sode), simbolo che accompagna tutti i riti pasquali.

Particolare anche il cosiddetto VRDITT (benedetto) del giorno di pasquetta, ossia pasta (generalmente tubettini) con piselli, carne in brodo e uova (tipo carbonara)

Buona salivazione!

 

p.s. gigler, mi sorprende il fatto di coglierti impreparato su un piatto cosi tradizionale!!!!

 

edit - modifica della ricetta

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il Benedetto a casa mia è l'agnello con i piselli amalgamato con l'uovo battuto versato a fine cottura .Questo è il piatto a cui non rinuncerei a Pasqua,mi ricorda il passato e chi una volta sedeva a tavola con noi ,e ora è nei ns ricordi

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io non ne conoscevo neanche l'esistenza...

a vederlo non mi ispira poi cosi' tanto...

 

Nooooooooooooooooooooooooooooo, non ci posso credere!!!! Io lo mangio da sempre a Pasqua!!!!!!!!!!!! :oops::oops::oops: Non so però effettivamente il significato preciso :oops::oops::oops:

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Credo sia proprio come dice saliddo, io sono di bitonto come sapete e davo per scontato l'esistenza di questo piatto, anzi credevo che fosse piatto tradizionale di tutto il meridione, ma a quanto pare, lo è solo per alcuni paesi. Da noi a piacere si aggiungono anche taralli e paste di mandorle. Salumi in quantità e soprattutto uova (sode), simbolo che accompagna tutti i riti pasquali.

Particolare anche il cosiddetto VRDITT (benedetto) del giorno di pasquetta, ossia pasta (generalmente tubettini) con piselli, carne in brodo e uova (tipo carbonara)

Buona salivazione!

 

p.s. gigler, mi sorprende il fatto di coglierti impreparato su un piatto cosi tradizionale!!!!

 

edit - modifica della ricetta

 

Impreparato? Quello che tu chiami U' VRDITT, Zia Rina di Alezio lo passava poi al forno ed usciva in terracotta, tutto abbrustolito sopra, UNA FINESS..... Poi, da buon bitontino, non dovevi scordarti la "VERGA D'OVE" ........ e mò ti voglio...... se non mi dici cos'è .......

Relativamente alla simbologia dei singoli ingradienti del Benedetto? Nessuno ancora?

 

Buon appetito.

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Dicasi verga d'ouv (verga d'uovo) un'alga colorante utilizzata a pasqua per rendere il guscio delle uova sode di color rosso-amaranto, da mettere nel pentolino a bollire insieme alle uova, ovviamente chiuse. Venduta rigorosamente agli angoli delle strade.

Da piccoli inoltre, soprattutto all'asilo o i primi anni di scuola, coloravamo anche con la tempera le uova cosi conciate.

Dimenticavo: la fine del convivio pasquale viene sempre segnata dalla rottura della SCARCèDD (Scarcella), un dolce di pastafrolla delle dimensioni di un piattino di carta con al centro inglobato un uovo (sempre sodo), qualificabile come l'antentato dell'uovo di pasqua, da sempre simbolo dei cibi pasquali delle nostre terre. Ma questa, suppongo, sia storia nota.

E con oggi, chiudiamo anche queste festività (passate troppo presto quest'anno!)

Un bel limoncello perforante come quello della cara nonna, e vai con la digestione!

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Bravo! Sulla Verga d've sei preparato!

 

Ora :

 

La tradizione dice che si chiami così (il Benedetto, tradotto) perchè il capo famiglia

appena messi i piatti in tavola usi benedire con un ramoscello di ulivo benedetto

della domenica precedente, appunto le palme, e dell'acqua Santa.

 

“U benedìtte”

Iìnd’a na sbrolùnghe, se mèttene fèdde de sebbressàte de la mendàgne (chèss’addòre e iàv’amòre). Pò se tàgghiene fèdde de marànge (mègghie ce ssò nzaguinàte). Apprìisse se mèttene ngocch’e iève feddessciàte. Sop’o ggiàlle d’u-ève, se fasce cadè na pezzecatèdde de sale e n’addòre de pèpe (ngocch’e iùne nge mètte pure do scarciòffe ndoràte fritte). Fatte chèsse, u cape famìgghie av’a pegghià nu zippe de la palme de la demèneca prime, baggnànne iìnd’a l’àcqua sande e che ccusse zippe av’a squeccià sop’o piàtte benedecènne e facènne disce a ttutte la famìgghie le razziùne (ecche percè chèssa rezzètte se chiàme: u Benedìtte)

 

Alain, traslate into italian language … please.

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La tradizione dice che si chiami così (il Benedetto, tradotto) perchè il capo famiglia appena messi i piatti in tavola usi benedire con un ramoscello di ulivo benedetto

della domenica precedente, appunto le palme, e dell'acqua Santa.

 

Bravissimo!!! Ho mancato di dire che questo a casa mia si fa. Prima lo faceva mia nonnna ora mia madre

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“U benedìtte”

Iìnd’a na sbrolùnghe, se mèttene fèdde de sebbressàte de la mendàgne (chèss’addòre e iàv’amòre). Pò se tàgghiene fèdde de marànge (mègghie ce ssò nzaguinàte). Apprìisse se mèttene ngocch’e iève feddessciàte. Sop’o ggiàlle d’u-ève, se fasce cadè na pezzecatèdde de sale e n’addòre de pèpe (ngocch’e iùne nge mètte pure do scarciòffe ndoràte fritte). Fatte chèsse, u cape famìgghie av’a pegghià nu zippe de la palme de la demèneca prime, baggnànne iìnd’a l’àcqua sande e che ccusse zippe av’a squeccià sop’o piàtte benedecènne e facènne disce a ttutte la famìgghie le razziùne (ecche percè chèssa rezzètte se chiàme: u Benedìtte)

 

Alain, traslate into italian language … please.

 

Per gli extraterroni:

 

"Il Benedetto"

In una sperlunga, si mettono fette di soppressata della montagna (questa odora e ha amore*sapore*). Poi si tagliano fette d'arancia (meglio se sono insanguinate*di arancia rossa*). Accanto si mettono _________ . Sopra di esse il giallo d'uovo *tuorlo*, si fa cadere una pizzicatella *pizzico* di sale e un odore di pepe *una leggerissima spolverata* (qualcuno ci mette anche due carciofi fritti dorati). Fatto questo, il capo famiglia deve prendere un zippo *bastoncino/ramoscello* della palma della domenica precedente, bagnarla nell'acqua santa e con questo ramoscello deve squicciare *spruzzare* sul piatto benedicendolo e facendo dire a tutta la famiglia le preghiere (ecco perchè questa ricetta si chiama: il Benedetto)

 

Ecco questo racconto carico di tradizioni per tutti quanti, scusatemi le imprecisioni ma non sono di Bari, il mio dialetto si discosta un pò.

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Bravo Alain, oltre che mio Presidente, ti faremo presidente del "Motoclub Abudabi" .

 

Versione italiana:

 

Dentro a un piatto bislungo, si mettono fette di soppressata (carne insaccata fatta dai montanari; profuma ed è ben gustosa). Poi si tagliano fette di arance (meglio se sono arance dette tarocchi «varietà pregiata di arance della Sicilia con buccia sottile di colore arancione venato di sanguigno di fusto eccellente»). Insieme si aggiunge qualche uovo lesso tagliato a fette. Sul tuorlo dell’uovo, fate cadere una pizzicata di sale e un odore di pepe (qualcuno aggiunge anche due carciofi fritti). Preparati i piatti per quante persone sono a tavola, il capo famiglia prenderà un rametto della palma della domenica precedente bagnandola dentro l’acqua santa e con il rametto spruzzerà su ogni piatto benedicendo e facendo dire a tutti i presenti, le orazioni (ecco perché la ricetta è chiamata: il Benedetto).

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