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addio a Vittorio Ghidella


Babila
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è mancato oggi l'Ing. Vittorio Ghidella, nato a Vercelli nel 1931.

metto qui e non in piazzetta perchè questo signore era veramente un ''car guy'' e ha fatto qualcosa di molto importante per l'auto e per l'intera industria italiana.

E' stato amministratore delegato Fiat agli inizi degli anni '80. Con lui si ebbe la famosa ''marcia dei quarantamila'' a Torino. Da quel momento cambiarono completamente le relazioni e condizioni sindacali in fabbrica.

riporto uno stralcio dell'intervista pubblicata su ''quattroruote'' dello scorso dicembre 2010

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Erano anni segnati da continui scioperi e dal terrorismo.

C’era il rischio che la Fiat divenisse un mattatoio.

Quale fu la reazione della dirigenza?

L’unica possibile in quel momento di disordine, d’instabilità,

di rapporti impossibili con i sindacati, di scioperi, di

disordini, di sabotaggi. Non rimaneva altro che dare una

spallata e quindi si decise, su mia proposta, di fare qualcosa.

Si prese spunto da una manifestazione di facinorosi che,

dopo aver fermato la produzione, furono licenziati. Era un

fatto inaudito, perché in quegli anni nessuna azienda si

permetteva licenziamenti per motivi disciplinari. Cominciò

una reazione violentissima del sindacato, che arrivò non

solo a protestare, ma anche a bloccare le fabbriche. Tutto

ciò andò avanti, di fronte allo sbigottimento generale del

Paese. Ma il momento culminante fu la reazione della

popolazione di Torino, che decise in maniera spontanea di

muoversi in un corteo di protesta contro l’impossibilità di

lavorare: di fronte a questo corteo dei 40 mila, passato

alla storia come reazione di saturazione alle continue

pressioni di natura demagogica e politica, sembrò

che il mondo sindacale si svegliasse. Venne raggiunto

un accordo nel quale si confermarono i licenziamenti

e si dava la possibilità di manovrare nelle fabbriche

mantenendo disciplina e ordine. Fu quello il punto

culminante della partenza della ristrutturazione.

 

I sindacati si resero conto di non avere più il consenso

popolare. E qui partì il rilancio, sotto la sua regia...

Il rilancio si basava sulla pace sindacale, sulla possibilità

di gestire le fabbriche in maniera efficiente, sulla

riorganizzazione del settore auto, che negli anni era

stato costruito in una maniera stratificata. Tante marche,

tanti personaggi a gestirli, conflitti interni: c’era da

mettere ordine. Una parte fondamentale del lavoro fu la

ristrutturazione delle fabbriche e l’apertura di impianti

nuovi, con enormi investimenti. Io ho fatto quello che

qualsiasi amministratore avrebbe fatto. La cosa principale

fu partire dall’analisi del mercato, valutare i prodotti della

concorrenza e i nostri, rilanciare una gamma di prodotti

con le tempistiche corrette, reperire i capitali necessari

e così via. Attività che sembrano banali, ma che in quelle

condizioni erano difficili, perché c’era da ricreare uno spirito

vincente in un’azienda che in quel momento era perdente.

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quel periodo me lo ricordo

Ghidella è stato probabilmente il miglior Ad Fiat dopo Valletta.

l'attuale mi pare solo un'arrampicatore di borsa...

ciao Vittorio :applauso:

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Un'epoca che si contraddistingue per l'inizio della fine del potere operaio.

I sindacati capiscono che vendersi ai potenti era più vantaggioso e da allora, hanno continuato a farlo fino ad oggi.:nono:

 

Ghidella ha cominciato con un colpo di puro culo:

 

farsi cedere il progetto della Uno, l'auto che ha rilanciato la Fiat.....

 

E' evidente che non sono in accordo con te, ma per non fare politica e, dunque, fare chiudere il tuo post, passo e chiudo.....

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Ghidella non era solo un grande manager, ma anche un appassionato di automobili, caratteristica sempre più rara tra i CEO del settore auto... forse come lui c'è solo Ferdinand Piech, e infatti vediamo cosa è diventata oggi la VW.

Grazie a Ghidella la FIAT aveva riguadagnato a pieno titolo un posto tra l'elite dei costruttori automobilistici, sfornando auto di straordinario successo come la Uno, la Thema ecc. ecc.

Si, è vero, la Uno era stata disegnata da Giugiaro per prendere il marchio Lancia, ma questi passaggi sono normali nell'ambito dello stesso gruppo: anche la Beta Montecarlo era stata ideata come FIAT e poi dirottata su Lancia, oppure l'A112 che aveva anticipato la meccanica studiata da Fiat per la 127 che avrebbe di lì a poco sostituito l'ormai obsoleta 850.

In ogni caso dopo Ghidella il buio assoluto, i MAGNAger che ne hanno preso il posto grazie ad operazioni scellerate sono riusciti in pochi anni a portare FIAT sull'orlo del fallimento!

Certo Marchionne è di tutt'altra pasta, è un manager puro senza competenze specifiche, però tanto di cappello perché sta riuscendo un una autentica mission impossible!

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