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Stefano MEDVEDICH: da solo in Africa con la sua Vespa.


Lorenzo205
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"Forse un giorno mi accadrà di ripensare a questo viaggio con nostalgia; chissà, forse mi verrà la voglia di rifarlo, ma ora sono stanco e provato e voglio tornare a casa". Questo pensavo a Bukavu, nella provincia orientale della Repubblica Democratica del Congo, la sera del 22 settembre 2007 nel cortile della missione dei Padri Saveriani dove,seduto sul bordo di un'aiuola, fumavo una sigaretta in solitudine. Un pianto sommesso accompagnava i miei pensieri e nelle lacrime si scioglievano la tensione e la fatica accumulate nel corso di un viaggio durato sette lunghi mesi. Ero partito da casa con la mia vespa il 3 marzo 2007, avevo attraversato 15 nazioni; avevo risalito il Congo per 1730 km da Kinshasa a Kisangani ,una navigazione su una chiatta durata 25 giorni in condizioni durissime. Nel medio Kivu avevo percorso 650 km di piste fangose, un vero e proprio calvario, per arrivare a Bukavu...

 

...cosa ve ne pare di questo incipit? Ho scoperto le gesta di questo intrepido viaggiatore in Vespa grazie a una segnalazione proprio di un utente di VR (BABILA, che ne ha accennato in un'altra discussione nella sezione off-topic di VR). Il racconto di questo viaggio straordinario viene pubblicato a puntate su un giornale locale, ANXA NEWS

copertina.jpg

 

Vi consiglio di leggere il racconto del suo viaggio perchè ne vale veramente la pena... polvere e strade da far sognare e da far riflettere. Questi sono i link con i brani della sua storia:

 

1° puntata

Anxa.it - Soli in Africa, io e la mia Vespa

africaVespa1.jpg

africaVespa2.jpg

 

2° puntata

Anxa.it - Soli in Africa io e la mia vespa (seconda puntata)

32m.jpg

 

3° puntata

Anxa.it - Soli in Africa... (terza puntata)

34m.jpg

 

4° puntata

Anxa.it - Soli in Africa: io e la mia vespa - IV puntata

42m.jpg

 

La 5° puntata è già stata pubblicata su carta ma non è ancora online. Nel limite del possibile vedrò di postare le prossime uscite online.

 

8) L205

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Stefano ha postato un interessante intervento in merito al suo viaggio nell'altra discussione:

 

Ho cominciato a viaggiare e ad amare il viaggio verso i 17 anni. Eravamo negli anni '70 ed allora ci si muoveva in economia. Terminata la scuola, si cercava un lavoretto, poi, con qualche spicciolo in tasca, zaino militare in spalla, si vagabondava in autostop per tutta l'Europa. Londra,Parigi erano le mete preferite da noi giovani coi capelli lunghi; lì,per sopravvivere, facevamo quei mestieri praticati di solito dagli studenti per procacciarsi un po' d' "argent de poche": cameriere, lavapiatti, garzone di cucina, portiere d'albergo, etc. Davvero fantastici quegli anni in cui allargavamo sempre più i nostri orizzonti geografici e culturali e sottoponevamo l'intelligenza ad una salutare ginnastica, iniziando a studiare nel gran libro del mondo! Poi, negli anni della maturità, ho rivolto il mio sguardo fuori dall'Europa, verso l'Africa e sono stati migliaia di chilometri in Land Rover, in Vespa ed ancora in fuoristrada; il Marocco, la Tunisia, la Libia, la Mauritania, il Senegal, il Gambia. Paesi ed ambianti molto diversi dal nostro ma estremamente affascinanti; usi,costumi e mentalità di popoli a me prima sconosciuti poi, col tempo, divenuti più familiari ed apprezzati, man mano che la conoscenza vinceva il pregiudizio.In questi anni mi sono chiesto spesso quale possa essere il senso profondo di questo viaggiare; che cosa mi spinga a viaggiare, cioè ad abbandonare, sia pur per brevi periodi, la propria dimora, le proprie comodità e la propria sicurezza per cacciarsi in situazioni incerte, a volte potenzialmente pericolose o comunque al di fuori degli schemi abituali di una rassicurante quotidianità.Potrei rispondere usando le parole di Pascal quando afferma che:"La nostra natura consiste nel movimento, la quiete assoluta è morte". Nella bellissima poesia "La lunga strada", il poeta americano Lawrence Ferlinghetti rappresenta addirittura l'esistenza umana come un viaggio più o meno lungo che noi facciamo a bordo di un treno sul quale saliamo appena nati.Il treno parte ed attraversa vallate,campagne, città; s'inerpica su colline e montagne, otrepassa fiumi e ponti.A nessuno è dato di scorgere il conduttore,nemmeno a coloro che, ad una curva più stretta,sporgendosi dal finestrino, possono dare una fugace sbirciatina nella locomotiva. Poi, nell'ultima parte del viaggio, il treno entra in un buio tunnel; il capotreno senza volto ci invita con modi bruschi a scendere.. Ora, se l'esistenza umana è essa stessa un viaggio, sarebbe utile approfittare al massimo del tempo che ci è dato da vivere,percorrendo quante più strade possibili.Questo doveva essere il convincimento di Ibn Jubayr, grande viaggiatore andaluso che già nel XII° secolo, rivolgendosi ai giovani del suo tempo,li invitava al viaggio con queste parole:" Se sei un figlio del Maghreb, e agogni il successo, allora dirigiti verso la Terra d'Oriente! Abbandona il tuo luogo natio,in cerca di conoscenza(...) La porta d'Oriente è aperta: o tu che desideri conseguire il sapere, varcala con passo festoso. Cogli la possibilità di liberarti delle cure mondane, prima che la famiglia e i bambini ti intrappolino, prima che venga il giorno in cui digrignerai i denti rimpiangendo il tempo passato(...).

 

Cari amici, ho voluto presentarmi a tutti voi riprendendo un pezzo di un articolo che ebbi a scrivere qualche tempo fa.In esso si ritrovano, almeno in parte, le motivazioni della mia avventura africana.

Se qualcuno di voi ha intenzione di fare un viaggio in Africa in vespa deve avere innanzitutto molto tempo a disposizione: in Africa l'idea del tempo come l'intendiamo noi non esiste.Il mio viaggio era previsto che durasse 4 mesi ed invece sono stato fuori per quasi 8 mesi, diventando ostaggio di attese infinite, di ritardi imprevesti ed imprevedibili.Vi faccio due esempi.Quando sono arrivato a Cotonou, nel Benin mi sono recato all'ambasciata della Nigeria per il visto che mi è stato rifiutato nonstante le mie insistenti richieste.Quando mi ero già rassegnato a fare il periplo della Nigeria ed arrivare sino in Tchad per poi scendere attraverso il Cameroun, ho avuto al fortuna di conoscere il capitano di una nave del Gabon che mi ha dato la sua disponibilità a portarmi sino a Libreville.Ho dovuto comunque aspettare circa un mese per la partenza.Sulla nave ho fatto il cuoco,cucinando(quando ne avevo voglia) per il comandante e gli ufficiali, con i quali condividevo i pasti.A kinshasa ho atteso 45 giorni per la partenza della chiatta che doveva condurmi sino a Kisangani. Un viaggio di 25 giorni sul tratto navigabile del Congo(1730Km) in condizioni durissime.

Chi si reca in Africa deve avere un' infinita pazienza, una qualità indispensabile a respingere gli attacchi innumerevoli di polizia e soldati, disposti ad usare qualsiasi mezzo per estorcerti del denaro,perchè un bianco è sempre colui che possiede la ricchezza.

Occorre conoscere bene il Francese e l'inglese, ma una buona conoscenza di queste due lingue non è sufficiente.In certe occasioni bisogna usare le parole giuste,dopo averle studiate e ben soppesate,tenendo conto della persona che ti sta di fronte, del suo ruolo, del suo grado, della sua cultura e soprattutto della sua psicologia.

Un'avventura africana richiede una resistenza formidabile. Non mi riferisco alla resistenza fisica bensì alla capacità di sopportare , spesso in solitudine, per un periodo più o meno lungo, la tensione e lo stress insiti in un viaggio estremo.

 

Ora vi lascio perchè è già tardi e non vorrei stancarvi ulteriormente. A presto

 

http://www.vesparesources.com/off-topics/14420-vespa-libreria-3.html#post216230

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Ho potuto leggere "su carta" le prime 5 puntate della storia di questo viaggio nell'Africa Nera e devo dire che lo trovo veramente notevole sotto tutti i punti di vista. Innanzitutto Stefano e la sua "filosofia"del viaggio, in particolare del "viaggio in Africa". In poche pagine ha già raccontato molti km e ha trovato spazio per delle considerazioni tutt'altro che ovvie. Mi sta impressionando lo stoicismo con cui affronta lo stillicidio di posti di blocco che mettono il "turista bianco" in difficoltà con evidente scopo ricattatorio e di come se li lasci scivolare addosso gestendo la situazione senza subirla oltre il dovuto. Stesso discorso per la richiesta di un visto...

Una guida preziosa per chiunque pensi a un viaggio africano solo come a una avventurosa strada tra giungla e savana. La vera giungla è il viaggio attraverso una popolazione ne migliore ne peggiore ma con dei riferimenti di vita decisamente differenti da quelli di noi che viviamo nel lusso e nell'abbondanza.

 

Mi auguro proprio che il suo diario di viaggio possa trovare uno sbocco editoriale.

 

Lorenzo

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  • 5 weeks later...
  • 2 weeks later...

ecco una nuova parte del racconto fresca fresca di pubblicazione...

 

http://www.anxa.it/media/200903/46.jpg

http://www.anxa.it/media/200903/47.jpg

http://www.anxa.it/media/200903/48.jpg

http://www.anxa.it/media/200903/49.jpg

 

per ora solo in foto

 

Lorenzo205

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  • 2 months later...
  • 3 weeks later...
  • 1 year later...
scusate ma sula rivista si bloccato bruscamente il resoconto di viaggio...sapete il perchè?vorrei sapere tanto come è andata a finire...:cry:

 

 

Guanaco,sei stato nominato,quale trait d'union con questi grandi viaggiatori ;-):mavieni::ok::mrgreen::ciao::ciao:

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scusate ma sula rivista si bloccato bruscamente il resoconto di viaggio...sapete il perchè?vorrei sapere tanto come è andata a finire...:cry:

 

le ultime pagine messe online sono uscite nel numero luglio/agosto 2010, con la 14a puntata, al termine dell aquale è scritto "continua"... ma ad oggi non è stato così

 

questo è il link dell'archivio online della rivista

 

Anxa.it - Archivio

 

mentre questo è per i contatti

 

email: info@anxa.it

 

si potrebbe scrivere - in tanti! - chiedendo gentilmente di pubblicare il resto della storia

 

mi pareva poi che qua su VR ci fosse qualcuno molto vicino a Stefano Medvedich, si potrebbe chiedere anche a questo utente di farsi ambasciatore: di storie di vespisti erranti non se ne hanno mai abbastanza!

 

L205

 

p.s.: denghiuverimach!

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  • 2 years later...
Guanaco,sei stato nominato,quale trait d'union con questi grandi viaggiatori ;-):mavieni::ok::mrgreen::ciao::ciao:

 

Eccomi qua!

 

Con l'uscita del numero 61 (gen/feb 2013) del bimestrale Anxa News, si è conclusa la lunga serie di articoli a firma diStefano Medvedich, nei quali l'autore ha raccontato le peripezie della sua incredibile avventura in Vespa.

 

chilometri di parole in Vespa - Lorenzo205: SOLI IN AFRICA, io e la mia Vespa.

 

Lorenzo205

Modificato da Lorenzo205
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